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Descrizione
“Ogni luogo ti sia lieto”
Personale di Michela Ligazzolo
testo critico a cura di Francesca Rizzo
Con questa esposizione personale, Michela Ligazzolo ci riporta all’ancestrale aspirazione dell’uomo che ricerca la propria completezza nella natura. Ogni dipinto è frutto dell’attesa e della contemplazione, per questo motivo non si può rimanere indifferenti davanti ad una tale forza creatrice. Figlia d’arte, stimolata fin da bambina dal papà decoratore, Michela ha potuto dedicarsi alla pittura solamente negli ultimi dieci anni, frequentando il circolo artistico vicentino “La Soffitta”. La motivazione, accompagnata dal desiderio di migliorarsi nell’approfondimento della tematica del paesaggio, la sta conducendo a pregevoli risultati, nella ricerca di un proprio personalissimo linguaggio.
Con una tecnica pittorica che predilige l’uso del colore ad olio, l’artista non cerca la riproduzione fotografica ma un rapporto sinfonico, musicale, con gli elementi naturali in cui l’uomo rimane solamente un osservatore. Disegnando direttamente con il colore sulla tela, predilige le tonalità non violente, evita il nero, sceglie una tavolozza che possa suggerire sentimenti di quiete e di gioia di vivere. Non appaiono mai nelle tele figure umane (o animali) ma si scorgono i luoghi e gli scenari dove l’uomo vive la propria esistenza, dove la storia si consuma. Michela fa propria la frase del poeta Ettore Malasso: “ogni luogo del mondo è un angolo d’amore che lieto ci accoglie per essere scoperto”. I luoghi del cuore per la pittrice si trovano, in particolare, in Veneto e nelle zone collinari a lei più familiari, come i rilievi di Castelnovo, per proseguire con scorci del Brenta, del lago di Fimon fino alle marine di Grado. La descrizione dei luoghi è essenziale e molto selettiva. Questa ricerca è dettata altresì dalla scelta di eseguire i dipinti utilizzando la spatola. Uno strumento che permette di stendere i colori e di tirarli in modo da ottenere particolari effetti di corposità e di profondità. Per raggiungere ottimi risultati il pittore deve compiere un sapiente gioco di polso per esercitare la giusta pressione utile a formare leggere rifiniture e velature. Composta da una lamina di metallo flessibile e da un manico in legno, il nome deriva dal latino spatula, diminutivo di spatha, spada. Ed è proprio con questa “spada dell’arte” che Michela Ligazzolo continua con coraggio la sfida di dedicare alla pittura sempre più tempo, coniugando gli impegni familiari con la sua grande vocazione che la fa stare bene.